Gli sciacalli come immagine delle nostre paure nel progetto della grande artista israeliana Michal Rovner
La Fondazione Merz presenta sino a 29 gennaio 2023 la mostra personale ALERT dell’artista Michal Rovner (Israele, 1957). Il progetto, a cura di Beatrice Merz, come sempre è concepito appositamente per gli spazi di Via Limone 24 a Torino.
In questo caso l’artista ha modificato gli ambienti caratterizzati da grande vetrate facendo erigere dei muri in cartongesso per creare un ambiente chiuso e senza luce (quasi un tempio oscuro) in cui proiettare le proprie opere in scala sovradimensionata, aumentando così l’effetto di paura e spaesamento evocati dal soggetto protagonista del progetto, lo sciacallo, animale selvatico, imprevedibile, predatore , vero protagonista dell’esposizione, che prende possesso dell’ambiente e lo abita mostrandosi come guardiano assoluto. L’effetto restituisce al pubblico un’esperienza immersiva che affonda le proprie radici nella pratica dell’artista; completa il lavoro l’installazione sui muri esterni, che nella settimana dell’arte contemporanea, al calar della sera, si sono animati di videoproiezioni con gli sciacalli in movimento (quasi un affresco mobile), guardinghi e vagamente minacciosi, accompagnati da suoni simili a uggiulati emessi da un impianto audio.
Inserito nel solco di una ricerca pluriennale promossa dall’artista che vede l’arte dialogare con l’archeologia e con la politica, ALERT rievoca le tematiche e pratiche affinate da Michal Rovner nel corso degli anni, con particolare attenzione alla tecnica del video mapping qui utilizzata sapientemente per accrescere tensioni e attese con l’uso di immagini rallentate o in loop, riprese nel ripetere iun gesto senza soluzione di continuità o risoluzione cme le piccole figure umane in lontananza.
Spiega Beatrice Merz, Presidente della Fondazione Merz e curatrice della mostra: “Il lavoro di Michal Rovner, pone delle domande, interroga sé stessa, il visitatore e lo spazio, e accoglie opere e persone in un metaspazio libero da ornamenti e per questo assoluto. Il vacillare del sistema simbolico caratterizzante l’identità degli individui mette in atto la narrazione continua della fragilità umana. Un filo comune, un’urgenza disvelatrice porta Michal Rovner a far emergere sensazioni, narrazioni o segni temporali, a far riaffiorare, da sotto la pelle, in superficie, aspetti nascosti o rimossi, presenze discrete ma immanenti”.
ALERT esplora lo stato di allerta e il senso di paura che scaturisce dall’incontro con l’altro, con ciò che non è familiare e pertanto viene percepito come ostile. Per restituire appieno questo sentimento condiviso a livello globale, Michal Rovner individua come particolarmente evocativa la figura dello sciacallo, animaletradizionalmente associato a scenari di distruzione e poco incline al contatto con l’essere umano. Le intense ricerche sul campo, che hanno visto l’artista immergersi nell’habitat naturale notturno dello sciacallo, com lei stessa ha raccontato, hanno risvegliato una forte fascinazione per i suoni prodotti dall’animale e per la sua potente eredità iconografica.
Lo sciacallo, infatti, è legato alla figura mitologica del dio egiziano Anubi, destinato ad accompagnare le anime dei defunti nel viaggio verso la vita oltre la morte e ad agire come intermediario divino tra cielo e terra.
Scivolando lungo le pareti e prendendo possesso dello spazio, gli sciacalli di Michal Rovner costruiscono unambiente in tensione dove assumono il ruolo di osservatori minacciosi, ponendo il visitatore nella scomoda posizione di elemento estraneo e non gradito. In un ribaltamento di prospettive, l’essere umano si rivela intruso tanto quanto lo sciacallo gli è alieno e viene convogliato nel cuore del progetto espositivo. Nel costruire uno spazio impalpabile, attraversato da un turbinio di energie e sensazioni profonde, l’obiettivo di Michal Rovner è quello di impostare una riflessione sulle paure, le minacce e i sospetti che derivano dall’incontro con l’altro, senza escludere la possibilità di uno scambio profondo con ciò che siamo abituati a temere.
A completamento della mostra un contributo documentaristico sui lavori dell’artista, con i quali Michal Rovner invita a soffermarsi sulla portata dell’esperienza migratoria che, secondo UNHCR, quest’anno ha interessato oltre 100 milioni di persone, restituendo il senso di un’esperienza dove il confine tra esistenza e sparizione è effimero e terribilmente fragile. In questo senso, il lavoro di Michal Rovner si avvale della potenza delle immagini per svelare il reale, la storia celata oltre la storia e qui svelata nel suo nucleo più primitivo ed elementare.
PER INFO
Michal Rovner – Alert