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La musicali armonie in un capolavoro di Kandinskij al Museo della Ceramica di Mondovì

Il prezioso dipinto Spitz-rund, olio su cartone realizzato nel 1925 da Wassilij Kandinskij, sarà esposto fino al 3 febbraio nella sede del Museo della Ceramica di Mondovì.

L’opera, in prestito dalla Collezione della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, è stata oggetto di un intervento di studio e consolidamento da parte del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”. L’operazione è stata possibile grazie alla Fondazione CRC di Cuneo, che ha dotato l’opera anche di un nuovo clima-box a sostituzione della cornice, non coeva, e ha scelto per la presentazione e la mostra la splendida cornice del Museo della Ceramica di Mondovì, eccellenza museale del territorio, ospitato nel Palazzo Fauzone di Germagnano in Piazza Maggiore a Mondovì Piazza.

W.Kandinskij, Spitz Rund (1925), Gamec – Galleria d’Arte Moderna Contemporanea Bergamo, Dono Gianfranco Spajani, 1999

All’inaugurazione, lo scorso 15 novembre, erano presenti, fra gli altri, Lorenzo Giusti , direttore GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Stefano Trucco, presidente del Centro Conservazione e restauro “La Venaria Reale”,  Christiana Fissore, direttore del Museo, Andreina Galleani D’Agliano, Presidente della Fondazione Museo della Ceramica Vecchia di Mondovì, Giandomenico Genta, Presidente Fondazione CRC, e Paolo Adriano, sindaco del capoluogo monregalese. Proprio il direttore della GAMeC, Lorenzo Giusti, ha ricordato l’importanza del dipinto, sia da un punto di vista storico-artistico sia nell’ambito più strettamente museografico. Sono infatti pochissime le opere di Kandinskij presenti nelle collezioni pubbliche italiane e quella conservata presso il museo di Bergamo, ancora più rara perché olio su cartone, è una di queste: “La Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è tra i pochi musei italiani a poter vantare un’opera di Kandinskij nelle proprie raccolte. Nel 1999 l’imprenditore Gianfranco Spajani e la moglie Luigia donarono la propria collezione alla Città di Bergamo: questa costituì il primo nucleo su cui prese avvio lo sviluppo delle raccolte del museo. Spitz-Rund è divenuta una delle opere più celebri del nostro patrimonio, ed è senz’altro la più preziosa, oggetto di importanti prestiti a livello internazionale”.


Indagini diagnostiche sull’opera Spitz Rund  presso il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale

Stefano Trucco, Presidente del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” sottolinea la felice collaborazione con la Fondazione CRC e il Museo della Ceramica, che prosegue dopo la presentazione, lo scorso anno, dell’opera “Il signor Arnaud a cavallo” di Edouard Manet, proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano di Milano, anch’essa sottoposta ad attività di indagine da parte del Centro di restauro.
Il rafforzamento dei rapporti di collaborazione con le istituzioni locali e nazionali rappresenta un’opportunità importante per la nostra Fondazione”, dichiara, “Siamo grati alla Fondazione CRC per aver reso possibile questo progetto, che permette al pubblico di conoscere più da vicino il mondo del restauro e a noi di raccontare il quotidiano impegno nella ricerca e nella conservazione del patrimonio culturale. La disponibilità della GAMeC e del Comune di Bergamo, che ci hanno affidato un’opera straordinaria, ha fornito ai nostri laboratori un caso di studio molto interessante e complesso, che accresce ulteriormente la nostra esperienza nel campo della conservazione delle opere di arte contemporanea”.
Il percorso espositivo, strutturato in tre differenti sezioni, offre al pubblico strumenti di approfondimento utili a scoprire le diverse fasi che precedono il restauro di un’opera d’arte, che viene accompagnata sin dall’inizio da un “taccuino di viaggio”, sul quale si registrano tutte le informazioni analizzate alla luce delle diverse competenze: la seconda sala dell’esposizione riproduce proprio un laboratorio di restauro, in cui sono  allestite le strumentazioni normalmente utilizzate per lo studio dell’opera. Spiega Michela Cardinali, direttore dei laboratori di restauro: “Il dipinto mostrava delle necessità conservative e ci era stato segnalato dalla GAMeC: è una delle più importanti opere di Kandinskij, rara sia per datazione che per tecnica in quanto è cartoncino applicato su supporto ligneo (passaggio di cui non abbiamo notizia). Il dipinto aveva avuto in passato delle criticità ed in un determinato momento è stato appianato e dotato di un supporto che potesse risolvere queste deformazioni. In realtà questa scelta ha causato nel tempo ulteriori problemi agli strati pittorici. In base a tali elementi abbiamo deciso di studiare questo dipinto come un interessante caso di studio. I supporti per loro natura si muovono e sono soggetti a restringimenti e a dilatazioni che possono creare distacchi di colore …in questo caso avevamo delle lacune pittoriche già ritoccate; il nostro obbiettivo era intervenire su alcuni distacchi che fortunatamente non avevano ancora generato nuove lacune. Un’attività di prevenzione alla fine della quale, dopo un attento esame diagnostico, abbiamo selezionato il materiale con cui effettuare i consolidamenti, in questo caso un polimero di sintesi che restituisca elasticità ai materiali al fine di ristabilire la corretta adesione fra gli strati: riappianando i sollevamenti le scaglie pittoriche ora sono meno in rilievo”.


Di grande interesse il valore storico-artistico dell’opera: Wassilij Kandinskij (1866-1944) dipinge Spitz-Rund (aguzzo-rotondo) durante il periodo di docenza al Bauhaus di Weimar, incarico che svolse dal 1922 al 1925, chiamato da Walter Gropius. L’opera mostra come l’artista si sia direzionato verso un linguaggio strettamente legato all’astrazione e precede di un anno uno dei suoi testi principali Punto linea superficie, edito nel 1926, che sviluppa le intuizioni già anticipate ne Lo spirituale nell’Arte. In esso i colori giocano un ruolo sinestetico di grande efficacia che rimanda, nell’equilibrio di linee e campiture cromatiche, ad una composizione musicale dove ai colori corrispondono suoni e strumenti: su di un campo monocromo rosso-violetto (colore che l’artista definisce “virile” e associa al suono del violoncello) “il triangolo è sempre giallo e risulta tagliente e imprevedibile”, paragonato al suono squillante della tromba, “il cerchio, invece, è figura semplice, complessa e misteriosa, simbolo dell’universo” e viene associato al colore blu, profondo e puro, e al suono grave del contrabbasso o del violoncello, o a quello profondo dell’organo.

Per info: Museo della Ceramica di Mondovì

 

 

 

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.

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