Prorogata fino al 30 Settembre 2019 la mostra dedicata alla storia architettonica del Teatro alla Scala per il grande numero di visitatori, 67.964, transitati nel Museo in questi mesi (dal 4 dicembre 2018).
Curata da Fulvio Irace e Pierluigi Panza e voluta dalla Fondazione Teatro alla Scala, la mostra ripercorre i 240 anni trascorsi dalla fondazione del Teatro alla Scala nell’allestimento di Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto. La mostra è stata realizzata anche perché quest’anno iniziano i lavori per una nuova parte dell’edificio, ideata dall’architetto Mario Botta, che dovrebbero finire nel 2022. Mario Botta era già intervenuto tra il 2002 e il 2004 per la torre scenica e l’ellisse costruito sopra l’ex Casino Ricordi.
La mostra è divisa in due parti: la prima dedicata alla storia, che si dipana tra le sale del Museo e il secondo piano nello spazio delle mostre temporanee, e la seconda agli interventi di Mario Botta, esposta nel Foier del Teatro alla Scala.
La trasformazione di questo edificio sembra non arrestarsi mai, dalla demolizione della chiesa di Santa Maria alla Scala fino al nuovo edificio, a completare il progetto di Mario Botta, che garantirà nuovi spazi per le attività artistiche, tecniche e amministrative. Nella forma ricorda una torre medioevale ed è alto come l’attuale torre scenica, ma questa volta senza impattare sull’aspetto estetico del Palazzo, perché sarà costruito con prospetto su Via Verdi, e quindi non dovrebbero ripetersi polemiche.

“Il Teatro alla Scala è un corpo vivente sempre in trasformazione. Le grandi architetture sono un’opera d’arte collettiva che si stratifica nel tempo.”
Il percorso della mostra svela una verità che sorprenderà molto sia i milanesi che i turisti stranieri, dell’edificio originale del Piermarini è rimasto poco: la facciata dove è riconoscibile il tratto neoclassico, l’ideazione della salita delle scale a tenaglia, la pianta a ferro di cavallo.
Entriamo nel vivo degli aspetti salienti della mostra in una conversazione con Pierluigi Panza.

“Abbiamo fatto riferimento a vari archivi, ovunque ci sembrava ci fosse del materiale significativo: l’Archivio del Museo Teatrale alla Scala, la Bertarelli, il Politecnico di Milano, la Biblioteca civica di Foligno, l’Archivio della Edison e di Banca Intesa, l’Archivio di stato di Milano, il Civico Gabinetto Fotografico e dei disegni di Milano. Quello che si vede in mostra è solo una minima parte del materiale che io ho raccolto.

Una parte del materiale, eccetto quello che vediamo nei pannelli, è confluito nei 3 video, che riassumono la storia del Teatro alla Scala e poi tutte le sue trasformazioni nonché un’intervista a Mario Botta, e nel libro display. Qui si possono trovare digitalizzati tutti i disegni originali sopravvissuti del Piermarini oggi conservati a Foligno (realizzò di sua mano anche tutti i dettagli decorativi), i progetti delle prime scenografie dei Fratelli Galliari (in particolare tutto l’album degli schizzi a china di Fabrizio Galliari) con i disegni per la messa in scena dell’Europa riconosciuta di Antonio Salieri del 3 Agosto 1778, le prime locandine per la vendita dei palchi. Le immagini sono montate su musica dell’Europa riconosciuta nell’edizione della riapertura del 7 Dicembre 2004 diretta da Riccardo Muti.
La Scala ha privilegiato maggiormente la digitalizzazione del materiale, in modo che fosse il più possibile fruibile da tutti, piuttosto che solo l’esposizione in piccola parte di pezzi originali.

Tra gli originali è importante la terracotta di Giuseppe Franchi, scultore dell’accademia di Brera, che rappresenta il Timpano con il carro di Apollo, realizzato poi da Giocondo Albertolli in maniera leggermente diversa rispetto al bozzetto.
Altra testimonianza unica presente è il primo libro a stampa con le incisioni di Gaetano Mercoli e i disegni del Piermarini, sulla storia della Scala (Teatro della scala in Milano, architettura del regio professore Giuseppe Piermarini), stampata a Milano nel 1789. È la prima testimonianza editoriale per far conoscere il Teatro alla Scala.
La maquette del nuovo intervento di Botta, realizzata dallo svizzero Ivan Kunz, mostra uno spaccato del complesso del Teatro alla Scala e grazie alla tecnologia della realtà aumentata potremo vedere alcuni dettagli e informazioni sull’architettura. La maquette ci mostra anche che la parte che noi vediamo è circa un terzo dell’intera macchina del Teatro.
La mostra ha puntato molto su questi nuovi strumenti contemporanei, perché lo scopo è illustrare la storia della Scala anche agli stranieri, già abituati a queste forme di divulgazione. Molti non sanno nulla della Scala, pensano che sia un Teatro degli anni ’50, quando qui si esibiva la Callas. La mostra ha l’esigenza quindi di essere didattica, raccontando in modo facile a volte anche un po’ didascalico che cosa è stato questo Teatro e come si è sviluppato. Si è scelto così un orientamento moderno, anche a discapito di qualche lettera o documento originale antico, che sarebbe difficile connettere alla storia della città e del Teatro per quei visitatori che vengono dalla Corea, dal Giappone e dalla Russia e non sanno niente.

Abbiamo fatto molte visite con gli studenti e per i giovani avevamo già posto all’ingresso del Museo due video touch, dove si illuminano le varie parti dell’edificio con delle didascalie che spiegano. I giovani visitano numerosi il Museo e il Teatro. Certo vengono per il fascino esercitato dal nome più che per l’Opera lirica, l’architettura della Scala o i pezzi esposti nel Museo. E così in occasione di mostre come questa cerchiamo di fargli trovare degli strumenti che possano essere di collegamento tra quello che è realmente importante e quello che oggi pensiamo a loro possa interessare vedere. Concludo anticipando che c’è l’ipotesi di portare in giro questa mostra, a Foligno”.
E speriamo in futuro venga portata anche all’estero, affinché sempre più persone conoscano la storia e le meraviglie racchiuse nel Tempio della lirica, noto in tutto il mondo per la bravura degli artisti che calcano il suo palcoscenico, molto meno per la sua storia e la sua architettura. Storia di un’area importante di Milano e di un Teatro, che si intreccia con quella sociale e urbana della città.

La Magnifica Fabbrica 240 anni del Teatro alla Scala da Piermarini a Botta
Prorogata fino al 30 Settembre 2019
Museo Teatrale alla Scala
Largo Ghiringhelli 1, Piazza Scala, Milano
Orari: da Lunedì a Domenica ore 9.00 – 17.30 (ultimo ingresso ore 17.00)
La mostra è chiusa a Pasqua e il 1 Maggio