
Oil on canvas, 35 x 25 cm, Private Collection © Leonor Fini Estate, Paris
Ha aperto al pubblico a Palazzo Reale a Milano la mostra “Io sono Leonor Fini”, un’ampia retrospettiva dedicata all’immaginario dell’artista italo-argentina, provocatoria e geniale.
La mostra, visitabile fino a domenica 22 giugno 2025, è curata da Tere Arcq e Carlos Martín, è promossa dal Comune di Milano – Cultura, con il patrocinio del Ministero della Cultura; è organizzata da Palazzo Reale e MondoMostre, in collaborazione con l’Estate di Leonor Fini e con il supporto di Unipol, main partner dell’evento.

84 x 61 cm, Archivio fotografico del Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna, Trieste © Leonor Fini Estate, Paris
“Io sono LEONOR FINI” celebra il talento poliedrico di un’artista che ha saputo intrecciare la cultura italiana e francese in un percorso intellettuale e creativo. Il titolo dell’esposizione si ispira a una frase di Fini: «Sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccia, rispondo: Io sono», un’affermazione identitaria forte e inconfutabile che riflette la sua coerenza artistica e personale. Ribelle e libera, Fini (Buenos Aires, 1907 – Parigi, 1996) ha dato vita a un immaginario visivo e concettuale ancora oggi attuale e dirompente.

Oil on canvas, 33 x 46 cm, Private Collection,© Leonor Fini Estate, Paris
L’esposizione rappresenta un’occasione di riscoperta dell’artista, mettendo in luce il suo percorso attraverso temi come il genere, l’identità e i modelli tradizionali di famiglia, maschile e femminile. Il percorso espositivo comprende oltre 100 opere tra dipinti, disegni, fotografie, costumi e video, articolate in nove sezioni tematiche che testimoniano la straordinaria versatilità della sua produzione. Il percorso si snoda tra pittura, moda, letteratura e teatro, con una sezione dedicata ai bozzetti e costumi disegnati da Fini per il Teatro alla Scala.

Oil on canvas, 90,8 x 64,8 cm, Private Collection, © Leonor Fini Estate, Paris
Tra le tematiche affrontate spiccano il macabro, il rapporto con la sessualità e la famiglia, la metamorfosi e il simbolismo rituale. Artista dalle molteplici sfaccettature, Fini ha sperimentato con diversi mezzi espressivi, giocando con la propria immagine in un’indagine concettuale sul tema dell’identità. L’esperienza della visita è pensata per coinvolgere il pubblico, che, al termine del percorso, sarà invitato a immedesimarsi in Leonor Fini, grazie a un ambiente immersivo fatto di specchi, fotografie e scritte evocative. Il dipinto “Autoritratto con il cappello rosso” accoglierà i visitatori in un momento finale di riflessione e interazione, con la possibilità di scattarsi una foto e condividerla sui social con l’hashtag #iosonoleonorfini, reinterpretando il messaggio rivoluzionario dell’artista.
«Sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccia, rispondo: Io sono». Con queste parole, Leonor Fini afferma la sua esistenza artistica, non come semplice presentazione, ma come dichiarazione d’identità assoluta. Pittrice, costumista, scenografa, illustratrice e performer, ha sempre rifiutato le convenzioni, affermandosi con una personalità e uno stile unici. Il suo lavoro, ancora oggi di grande attualità, esplora temi centrali per la società contemporanea come il genere, l’identità e il ruolo della donna, sempre protagonista e mai musa.
Il suo universo pittorico si muove tra realtà e immaginazione, intrecciando simbolismo e visione onirica. Le sue tele, popolate da sfingi, donne-gatto e figure ambigue, riflettono il suo interesse per l’inconscio e la psicoanalisi, influenzato dalle letture di Freud. L’uso delle tecniche pittoriche tradizionali si combina con un linguaggio innovativo, ispirato ai grandi maestri come Piero della Francesca e Michelangelo, ma volto a trasmettere messaggi di forte impatto.
Figura magnetica nel panorama artistico del XX secolo, Leonor Fini ha instaurato legami profondi con artisti e intellettuali. Amica di Fabrizio Clerici e vicina agli ambienti surrealisti di Parigi, ha condiviso esperienze con Man Ray, Dora Maar e Salvador Dalì, pur mantenendo sempre una visione autonoma. Particolarmente significativa è stata la sua amicizia con Leonora Carrington, con cui ha condiviso un’affinità artistica e umana.
La letteratura ha avuto un ruolo fondamentale nella sua carriera. Ha instaurato rapporti con intellettuali come Alberto Moravia ed Elsa Morante, con la quale ha condiviso una profonda sintonia, testimoniata da un ricco scambio epistolare. Jean Cocteau, affascinato dal suo talento visionario, è stato un altro punto di riferimento per la sua ricerca artistica.

Private Collection © Leonor Fini Estate, Paris
Anche il cinema e il teatro hanno visto la sua influenza: amica di Anna Magnani e collaboratrice di Federico Fellini, Fini ha ispirato il personaggio di Dolores in “La dolce vita” e ha lavorato alla realizzazione di costumi per “Otto e mezzo”, di cui si osservano in mostra mirabili bozzetti. Ha collaborato con Luchino Visconti per la creazione di costumi teatrali e ha influenzato il mondo del balletto e dell’opera, come dimostrano gli splendidi costumi per “Tannhäuser” e le scenografie per il Teatro alla Scala.
Nel mondo della moda il suo talento ha lasciato un segno indelebile. Christian Dior, colpito dalla sua arte, la presentò a Elsa Schiaparelli, con la quale nacque una collaborazione creativa: Fini disegnò per Schiaparelli la celebre boccetta del profumo “Shocking”, anticipando le idee di Jean Paul Gaultier. Anche Yves Saint Laurent e Simonetta Colonna trovarono ispirazione nel suo stile audace e innovativo.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Moebius, che raccoglie tutte le opere esposte e saggi inediti di studiosi internazionali come Vanja Strukelj, Susan Aberth, Jonathan P. Eburne, Anna Waltz ed Eros Renzetti. Per la prima volta, viene inoltre presentato in italiano il testo autobiografico di Leonor Fini, offrendo ai lettori un accesso privilegiato alla sua interiorità artistica e umana.
PER INFO
A cura di Tere Arcq e Carlos Martín
Milano, Palazzo Reale
26 febbraio – 22 giugno 2025