Fino al 6 marzo, alla Saatchi gallery, la mostra Iconoclasts sul futuro della ribellione
Cosa significa “iconoclastia” oggi? È ancora possibile applicare questo concetto – inteso, in senso ampio, come lotta contro qualunque forma di status quo e forma precostituita – al mondo dell’arte? Per rispondere a queste domande, nasce la mostra “Iconoclasts: l’arte fuori dal mainstream”, aperta alla Saatchi Gallery di Londra fino al 6 marzo.
Protagonisti i lavori di tredici artisti contemporanei – Maurizio Anzeri, Matthew Chambers, Daniel Crews-Chubb, Josh Faught, Aaron Fowler, Danny Fox, Makiko Kudo, Dale Lewis, Thomas Mailaender, Kate MccGwire, Renee So, Douglas White and Alexi Williams-Wynn – capaci di sperimentazione e trasformismo.
Usando una miriade di pratiche insolite per creare immagini – dal linguaggio figurato pubblicitario alla pelle umana fino alla scultura di strutture curvilinee utilizzando penne di corvo -, questi artisti stanno rompendo gli schemi, inaugurando una nuova era di sfide artistiche attraverso la resistenza ai processi consolidati e la loro personale interpretazione del mondo e dei costumi di oggi.
Storicamente, l’iconoclastia ha sempre avuto connotazione sia religiosa che progressista. Tuttavia, la cultura del XXI secolo ha eroso il radicalismo di questo concetto, e gli artisti ne stanno adesso mettendo in discussione la natura intrinseca, cercando di capire cos’è, in ultima analisi, che definisce un’opera d’arte.
I tredici artisti esposti nella mostra “Iconoclasts” sono tutti guidati da un impulso iconoclastico, che si manifesta nel modo innovativo e spesso anche distruttivo con cui producono arte.
Un sorprendente numero di materiali e tecniche in un’unica mostra; la possibilità di vedere combinate insieme astrazione, figurazione, creazione e decostruzione. In un momento in cui la nozione stessa di iconoclastia è apparentemente diventata mainstream, la mostra “Iconoclasts” offre la possibilità di capire se, per la corrente, esista ancora un presente e un futuro.
“Iconoclasts: l’arte fuori dal mainestream” resterà aperta alla Saatchi Gallery di Londra fino al 6 marzo.