I quadri di Stefano Sesti e le poesie: Haiku.
L’Haiku è una composizione poetica, nata nel XVII Secolo in Giappone, composta da tre versi in cui ha più peso il non detto rispetto a quello che viene detto.
Le foglie cadono /In un piccolo spazio di terra /come i giorni della vita.
Stefano Sesti si presenta così con una sintesi dell’esistere, un sospiro leggero di amara verità. Una amara verità, come i suoi colori che “proiettano la memoria del passato nel futuro” (Paola Valori)
Macchie di vernice su tela neutra o, emulsionata, che si completano con pochi tondi gialli, rossi o neri. Presenze di un alfabeto interiore nella costituzione di un discorso che va, come per Borges, oltre lo specchio. Non bisogna dimenticare che nella scrittura visiva il gesto è la trasposizione vitale del pensiero perciò, i crittogrammi di Sesti sono poesie visive come quelle di Henri Michaux, Hugo Claus, K.R.K. Sonderborg (LES PEINTRES POETES Vitalità nell’arte, Venezia 1959).
Nelle poesie visive la parola è sostituita da un segno o da una macchia di colore, con cui l’artista coniuga, più avvenimenti in un assemblaggio tra sogno e realtà.
Per tornare alla pittura di Sesti occorre sottolineare che i grumi di colore hanno tutti un filamento, una bava, che li completa e li lega l’uno all’altro in una sequela ritmica di effetto pittorico in cui ogni segno concorre ad un carattere rifinito maggiormente espressivo.
Avviene così che ogni immagine assume, un rilievo pregnante, ancora più pregnante quando al fondo neutro, si aggiunge un fondo fotografico. Uno scatto che Stefano riprende nel suo vagabondare per la città. Può essere un particolare di manifesto strappato, o uno scorcio d’ architettura, a sua volta obliterato da macchie di colore.
“A proposito della fotografia che Sesti presentava per la prima volta, alla Galleria il Marzocco (2008), scrivevo: La singolarità e l’irrazionalità dell’esistere si manifestano anche con la fotografia per un linguaggio espressivo che trova il suo essere nella regressione sempre più marcata della funzione strutturale. Fotografie e colore per un ritmo minimalista di poesia. E’ la conseguenza di un processo organico, la necessità di un linguaggio che, secondo i casi, Stefano Sesti esprime con la poesia o con la pittura. Due situazioni unificate che possono variare nella tecnica ma che sono simili nella resa espressiva.
Ma chi sono questi fantasmi?/ Forse parole mai detta / per un amore eterno. (Stefano Sesti)
Ecco che è l’haiku del poetare, che ritorna simile però nel senso, al grumo, della pittura. Per Stefano Sesti uno stile di ricerca e di vita.” Pierluigi Albertoni
Virus Art Gallery
via Reggio Emilia 69, Roma