Ancora un approfondimento su polarità di stampo percettivo, artistico, sociale in mostra presso Era Aurora di Davide Bava. Stasera, sabato 21 aprile a partire dalle 19.00 in Lungo Dora Napoli, 6 a Torino. Un testo teorico che, attraverso i nodi cruciali della speculazione estetica, fonde le contrapposte istanze della pratica fotografica di Daniele Marola e della poesia concreta di Elisa Schiavina.
a Daniele Marola e Elisa Schiavina
Potremmo diagnosticare, attraverso la storia delle immagini, le condizioni dell’uomo contemporaneo? Valutare tipologia e sede di ogni affezione è possibile, per mezzo dell’osservazione dei fenomeni iconici e figurativi che ne hanno accompagnato il progresso nel tempo.
Modalità artistiche sono sottoposte, nel cammino di trasmissione attraverso i secoli, ad un processo di polarizzazione del senso. Tale evoluzione può variare l’originaria valenza del modello, fino a giungere a esiti opposti, di totale inversione energetica. Pur mantenendone sostanzialmente inalterata l’identità superficiale, l’autore piega una struttura alle proprie necessità ed urgenze espressive.
Sguardi fissi al cielo, in estasi, si voltano verso lo spettatore, protendendosi al di fuori del quadro: cambiamenti etici ed estetici si sono serviti delle stesse posture, caricandole di nuovi significati.
Assimilati questi meccanismi, possiamo insinuarci al loro interno come conduttori di forze. Noi incorporiamo e incanaliamo le tensioni, mentre i poli oppongono resistenza o si attraggono. Indifferenti alle forme esteriori, le ricreiamo dall’interiorità: organismi generati in se stessi, auto-sostentati, continuamente implementati dalla passività nelle traiettorie dei collegamenti. Come se si trattasse di un’analisi scientifica o di un esperimento fisico, lasciamo decantare le sostanze per una frazione temporale utile all’elaborazione completa di un risultato finito. Se lavoriamo sull’essenza dei segni, permettiamo alle sedimentazioni di depositare i propri detriti. Agiamo secondo una pratica oggettivata, isolando la creazione nell’ambito della fluida dimensione transitoria ed eventuale. Nel caso di interventi in un contesto, osserviamo lo scorrere del paesaggio in sottofondo e, dalla distanza e con costanza, lo scalfiamo lentamente e insensibilmente. Quando danziamo, lavoriamo sugli intervalli e sui silenzi, sulla nostalgia dell’altro e sull’interazione con il vuoto: la percezione delle pause. Il percorso di raccolta dati – comprovate identificazioni di un’alterazione e di un disagio – è la strada da percorrere per la liberazione dai nostri mali.
Il Corpo Magnetico
con Daniele Marola e Elisa Schiavina
a cura di Ivan Fassio
ERA AURORA
di Davide Bava
Lungo Dora Napoli, 6 – Torino
Inaugurazione mercoledì 28 marzo 2018 dalle 19.00
Letture di Gaia Ginevra Giorgi