Fino al 21 gennaio al Santa Maria della Scala rivive l’arte di Ambrogio Lorenzetti
Uno dei più grandi pittori europei del XIV secolo, Ambrogio Lorenzetti, che ha rinnovato profondamente l’iconografia del suo tempo, la concezione del dipinto d’altare e la pittura d’ambiente, paradossalmente poco conosciuto dal grande pubblico.
È con l’obiettivo di raccontare la sua arte, i suoi capolavori, ma anche il contesto sociale e culturale in cui operò, tra 1319 e 1348, che nasce la mostra omonima, aperta al Santa Maria della Scala di Siena fino al 21 gennaio.
Noto come “il pittore del Buon Governo”, Lorenzetti è in realtà un artista di cui si sa poco. L’attenzione degli studiosi si è in larga parte concentrata sugli affreschi realizzati nel Palazzo Pubblico di Siena, a discapito di tutte le altre opere prodotte per privati cittadini e chiese. Manca, a oggi, una monografia moderna sul pittore senese.
La mostra è l’ultima tappa di un progetto nato nel 2015, e comprende dipinti e pale d’altare senesi e toscani, come la bellissima Maestà di Massa Marittima o la Madonna con Bambino di Castiglion d’Orcia, ma anche opere provenienti da poli museali esteri come il Musée du Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, lo Städel Museum di Francoforte e la Yale University Art Gallery.
L’esposizione Ambrogio Lorenzetti è un percorso ideale nella produzione e nell’arte del pittore senese che ricostruisce, idealmente, grazie ai frammenti superstiti, anche cicli di affreschi un tempo molto famosi ma andati poi distrutti, come quelli dell’aula capitolare e del chiostro della chiesa di San Francesco a Siena, quello della chiesa agostiniana senese e quello, restaurato per l’occasione, della cappella di San Galgano a Montesiepi, a tal punto fuori dai canoni dell’iconografia sacra dell’epoca che i committenti pretesero delle sostanziali modifiche poco dopo la sua conclusione.
La mostra è preceduta dall’iniziativa Dentro il restauro, realizzata grazie al contributo del MIBACT, e non si esaurisce nel polo museale del Santa Maria ma ingloba, in un’ottica “diffusa”, altri luoghi cittadini, come le chiese di San Francesco e di Sant’Agostino, dove sono stati compiuti per l’occasione i restauri dei cicli di affreschi del Lorenzetti e, Palazzo Pubblico, sede del ciclo del Buon Governo.